Congo: i ribelli dell’M23 si ritirano dai colloqui di pace a Luanda

I ribelli accusano le sanzioni UE e le offensive congolesi. Cresce la tensione diplomatica tra Ruanda e Belgio, mentre gli USA puntano sulle risorse minerarie del Congo.

I ribelli dell’M23, sostenuti dal Ruanda, hanno annunciato il loro ritiro dai colloqui di pace con il governo congolese previsti per il 18 marzo a Luanda, Angola. Il gruppo ha motivato la decisione con le sanzioni imposte dall’Unione Europea a suoi membri e con le presunte offensive ancora in corso da parte dell’esercito congolese.

Nonostante iniziali resistenze, il governo del Congo ha confermato la partecipazione e inviato una delegazione. L’Angola, mediatrice del conflitto, aveva organizzato i negoziati dopo l’annullamento dei colloqui tra Congo e Ruanda a dicembre.

Il conflitto si è intensificato a gennaio con l’avanzata dell’M23 su Goma e Bukavu. Secondo l’ONU, il gruppo è sostenuto da circa 4.000 soldati ruandesi e genera milioni di dollari dal traffico di minerali, tra cui oro e componenti per dispositivi elettronici.

Intanto, la tensione diplomatica cresce: il Ruanda ha interrotto i rapporti con il Belgio dopo la sospensione degli aiuti da parte di Bruxelles. L’UE ha sanzionato cinque ruandesi, inclusi alti ufficiali, e quattro congolesi, tra cui il leader politico dell’M23. Sanzioni anche per la Gasabo Gold Refinery, accusata di traffico illegale di risorse.

Gli Stati Uniti esplorano una partnership mineraria in Congo, mentre il presidente congolese Tshisekedi ha discusso di investimenti con l’inviato speciale USA Ronny Jackson, ribadendo la necessità di stabilità per attrarre capitali stranieri.

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