Il Kenya lancia la sfida della mobilità elettrica. Nairobi prova a passare al mototaxi elettrico per ridurre l’inquinamento atmosferico.
Nairobi e il Kenya tentano una piccola grande rivoluzione energetica: passare al mototaxi elettrico. I mototaxi, conosciuti a livello locale come boda-boda, sono il mezzo di trasporto più diffuso in Kenya e in molti paesi africani. Sono più economici delle auto e consentono di districarsi tra i noti ingorghi delle città africane.
Il passaggio al mototaxi elettrico è favorito da un grande incentivo: risparmio di denaro in un’epoca di rialzo dei prezzi del carburante. E aumento dei guadagni per i mototaxisti, che in media hanno un profitto tra i 10 e i 15 dollari al giorno secondo le stime dell’associazione Boda-Boda del Kenya e riportate dalla Bbc.
L’elettricità è dunque il futuro in Kenya. Almeno così la pensa il governo di Nairobi, che il 1 settembre 2023 ha lanciato un programma nazionale di mobilità elettrica. La proposta è arrivata direttamente dal presidente William Ruto, che punta a ridurre l’inquinamento atmosferico e a intraprendere la via ecologica dei trasporti keniani.
Anche il governo keniota la pensa così. Il 1° settembre 2023 il presidente William Ruto ha lanciato un programma nazionale di “mobilità elettrica”. Nei piani del governo c’è la transizione all’elettrico delle motociclette, dei tuk-tuk a tre ruote e dei risciò a motore.
La prospettiva di costi di gestione più bassi potrebbe incentivare i motociclisti degli onnipresenti boda-boda, la maggior parte dei quali usa ancora benzina o diesel, a passare all’elettrico.
Secondo il ministro dei trasporti, in Kenya ci sono circa tre milioni di viaggiatori boda-boda, e le Nazioni Unite stimano che circa cinque milioni di persone beneficino dei loro redditi Prendere un boda-boda in Kenya è un modo comodo, veloce ed economico per spostarsi.
Ma molte motociclette sono vecchie, senza manutenzioni e inquinano molto. Sebbene producano meno anidride carbonica delle automobili, rilasciano più ossidi di azoto e idrocarburi, che incidono sulla qualità dell’aria e sul clima.
Nairobi è una delle città più congestionate del mondo. La sua popolazione aumenta da circa 4,5 milioni a più di sei milioni di persone nelle ore di punta.
Lo stallo quotidiano può essere un incubo soffocante per i pendolari: secondo il Clean Air Fund, i trasporti rappresentano circa il 40% dell’inquinamento atmosferico di Nairobi e, a livello globale, circa il 20% delle emissioni di gas serra.
Il governo del Kenya ritiene che il passaggio ai trasporti verdi sia vitale per contribuire a raggiungere i suoi obiettivi climatici. Nairobi punta a avere più di 200.000 biciclette elettriche su strada entro la fine del 2024. In media le e-bike emettono il 75% in meno di gas serra totali.
Finora solo circa 2.000 conducenti di boda-boda sono passati dalla benzina all’elettrico. Il Kenya è un mercato ideale per le moto elettriche. Circa l’85% della sua elettricità è rinnovabile, generata da fonti idroelettriche, solari, geotermiche ed eoliche.
Negli ultimi anni il Kenya ha vissuto alcune siccità devastanti, che hanno avuto ripercussioni sull’energia idroelettrica, ma c’è ancora molto spazio per aumentare la sua capacità geotermica, solare ed eolica.
Una manciata di start-up keniane ne hanno approfittato e negli ultimi tre anni hanno aperto un negozio, producendo, progettando, assemblando e vendendo motociclette elettriche.
Stanno anche collaborando con i creditori per offrire prestiti a basso costo, che è l’unico modo in cui gli automobilisti boda-boda possono permettersi di acquistare i propri veicoli.
Alcune aziende hanno già annunciato piani ambiziosi.
Roam, una delle più importanti aziende africane di mobilità elettrica, ha annunciato che la società produrrà 8.000 motociclette elettriche entro il prossimo anno. Spiro, che opera in Kenya, Benin, Togo, Ruanda e Uganda, prevede di creare 3.000 stazioni di ricarica e scambio di batterie in tutto il Kenya. Ed entro la fine del 2024, un’altra start-up con sede a Nairobi, Arc-Ride, vuole costruire 1.000 veicoli elettrici e allestire più di 300 stazioni di batterie a Nairobi.
Quella del passaggio alla mobilità elettrica è una sfida culturale e non solo ecologista. La prova più dura per il governo keniota, animato da buone intenzioni, è far cambiare abitudini e modo di pensare dei cittadini.