Notiziario Estero

Come la Vallonia ha spaccato l'Unione Europea

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Il Parlamento della Vallonia, regione autonoma del Belgio, ha respinto ancora una volta l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada, il cosiddetto CETA, e ne ha decretato ufficialmente la fine perché ormai il tempo per negoziare si è esaurito e nessuno vuole più rischiare una nuova bocciatura. L’Unione Europea, che già non era riuscita a trovare un accordo per approvare l’accordo di libero scambio TTIP con gli Stati Uniti, ancora una volta si è mostrata molto divisa e sono emerse frammentazioni e diffidenze non solo tra i singoli Stati membri ma anche all’interno degli stessi Stati e per accordo internazionale controverso ma importante.

Certamente il fatto che per la prima volta un’assemblea regionale è stata in grado con il suo voto contrario di fermare un trattato aveva i suoi pro e i suoi contro come tutte le cose, ma il fatto che un Parlamento regionale abbia potuto decretarne la fine fa riflettere su come all’interno del progetto comunitario non ci sia più quella voglia di collaborare e di stare insieme che all’inizio aveva portato alla costituzione di una Europa unita, in cui tutti i governi e i popoli potessero stare insieme e superare ogni barriera. La decisione di abolire le frontiere e di garantire le quattro libertà fondamentali di circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali era stata un grande passo in avanti salutato con orgoglio da tutti i leader europei dell’epoca, ma oggi  a causa della cattiva gestione della crisi migratoria le frontiere si stanno nuovamente richiudendo. I singoli Stati di fronte alla marea umana di rifugiati stanno agendo alla rinfusa e sono stati costruiti muri e barriere per impedire ai migranti di passare. Su quasi tutti i temi più importanti i singoli Stati non sono mai riusciti a trovare un accordo per affrontare insieme i problemi e se già ci si divide su un accordo commerciale, ci saranno ancora più divergenze temi delicati come la lotta al terrorismo, la cyber security, la coordinazione delle agenzie di intelligence…

A questo punto, con una Unione Europea divisa praticamente su tutto, che non riesce nemmeno a trovare un punto di intesa su un tema forte come le sanzioni alla Russia per l’annessione della Crimea e per alcuni bombardamenti indiscriminati in Siria, viene spontaneo chiedersi se può esistere una unione di Stati tenuta insieme solo dalla moneta unica, che non è neanche ben accettata da larghe fasce della popolazione.

Con l’uscita del Regno Unito dal progetto comunitario lo scorso 23 giugno si è aperta una spaccatura che si sta rivelando insanabile e che molto probabilmente porterà alla fine della stessa Unione Europea così come la conosciamo oggi: anche altri Paesi si stanno dimostrando insofferenti alle decisioni prese dalle autorità di Bruxelles e ci si può solo chiedere chi sarà il prossimo ad andarsene. Senza una vera collaborazione tra tutti gli attori del progetto comunitario e senza una vera leadership in grado di prendere le decisioni più importanti venendo tenendo conto delle esigenze di tutti, non ci potrà mai essere una vera Unione Europea come quella sognata dai padri fondatori nell’immediato dopoguerra. 

Valeria Fraquelli

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