Scricchiola il patto di ferro tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu. Ecco come la Cina mette in crisi l’alleanza tra Stati Uniti e Israele.
La Cina mette in crisi l’alleanza tra Stati Uniti e Israele. E lo fa tramite gli ingenti investimenti in opere infrastrutturali in Israele. In particolare, a dare il colpo più forte alla stabilità delle relazioni Washington-Tel Aviv, è la progettazione e realizzazione del nuovo porto israeliano di Haifa, il più importante a livello strategico per il Paese. Qui, sono soliti ormeggiare e fare pure esercitazioni i mezzi militari della Sesta Flotta degli Stati Uniti.
Il ruolo di Pechino in Israele è stato al centro della riunione di domenica 6 gennaio a Gerusalemme tra il premier Benjamin Netanyahu e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa John Bolton.
Il principale motivo di preoccupazione per Washington è l’accordo firmato nel 2015 con il gruppo cinese Shanghai International Port, che controllerà i flussi commerciali nel porto di Haifa dal 2021. Per di più, il porto commerciale in corso di costruzione sorgerà a circa 300 km a sud della base militare russa di Tartùs, in Siria. Se si considera che la Cina non ha basi militari in Medio Oriente si comprende l’importanza strategica per le autorità di Pechino a controllare il porto di Haifa. E naturalmente si capiscono le preoccupazioni Usa.
Il coinvolgimento cinese nei progetti di infrastrutture preoccupa anche il Pentagono data la collaborazione stretta con Israele nello sviluppo e progettazione di armamenti. Israele è la prima potenza militare in Medio Oriente. E gli Usa forniscono al governo di Tel Aviv 3 miliardi e 800 milioni l’anno principalmente in armamenti.
A cosa punta Washington? Gli Stati Uniti non vogliono bloccare di certo gli interscambi tra Israele e Cina. In realtà ambiscono a avere garanzie che la Cina non approfitti della sua posizione in Israele per migliorare la sua posizione geostrategica e aumentare le potenzialità di spionaggio. Un esempio è proprio quella della Sesta Flotta Usa, quella che presidia il Mar Mediterraneo, che approda spesso a Haifa dove effettua esercitazioni congiute con la Marina militare israeliana.
Come garanzia per ora Netanyahu ha annunciato la creazione di un Comitato composto da rappresentanti del Parlamento e degli orgaismi di sicurezza per promuovere e organizzare una supervisione sulle attività del gigante asiatico. Inoltre, gli ufficiali dell’esercito israeliano dal grado di colonnello a quello di comandante in capo non possono più portare o avere smart-phone costruiti in Cina per timori di spionaggio. Lo stesso stanno facendo molte imprese militari israeliane.