Il Paese nordafricano apre agli investitori. Opportunità per l’Italia. La tensione con la Francia. Come fare affari in Algeria al tempo del Coronavirus.
Come fare affari in Algeria al tempo del Coronavirus e dell’uscita di scena del presidente Abdelaziz Bouteflika? Il Paese nordafricano è in cerca di un nuovo corso per la sua economia strangolata dalla pandemia e dal crollo dei prezzi del petrolio.
Per dare ossigeno alla ripresa economica, il presidente della Repubblica Abdelmadjid Tebboune ha avviato un pacchetto di misure fiscali per dare un segnale e incoraggiare gli investitori.
In modo particolare, il governo algerino guarda alle importazioni di autoveicoli e agli investimenti in quote societarie nelle imprese locali. A questo riguardo, un passo importante arriva con il superamento della regola 49/51, che prevede che la quota di maggioranza di una società con almeno il 51% deve essere un algerino. Il new deal di Algeri passa quindi dalla riduzione del nazionalismo economico e può aprire una eterogeneità nell’economia algerina con tipologie e settori diversificati.
In questo contesto, l’Italia potrebbe essere in pole position per il suo ruolo nel Mediterraneo. Il suo competitor rimane la Francia, ex-madre patria dello Stato nordafricano e in concorrenza con Roma anche sulla partita del petrolio libico.
La novità dei finanziamenti esteri
Un segnale incoraggiante dal governo algerino arriva con l’abrogazione dell’obbligo per l’investitore di ricorrere a finanziamenti algerini. Chi investe nel Paese può portare propri finanziamenti. Un salto di campo importante in un’economia statica e che apre la strada a investimenti esteri diretti. Il ministero delle finanze algerino prova in questo modo a incentivare l’ingresso del settore bancario e assicurativo dall’estero.
Ora l’Italia deve giocare la partita, mettendo in campo istituti importanti come Sace-Simest (appartengono alla Cassa Depositi e Prestiti) e ricoprire un ruolo di primo piano. Le aperture fatte dal presidente algerino possono rafforzare la cooperazione economica tra Italia e Algeria.
Perché è un’opportunità per l’Italia
Le aziende italiane possono cogliere l’opportunità offerta dalle misure algerine per investire in settori diversificati. Quindi, non solo infrastrutture e risorse naturali come il petrolio. Inoltre, si apre una grande opportunità di fare partenariati industriali. Un modo per recuperare il commercio internazionale Italia Algeria.
I rapporti di scambio tra i due Paesi sulle sponde opposte del Mediterraneo è calato molto negli ultimi mesi, attestandosi al momento sugli 8 miliardi di dollari prevalentemente in idrocarburi. L’Alegria ha però un potenziale notevole data la ricchezza di risorse naturali. di settori a alto potenziale di sviluppo e una popolazione giovane e in crescita che fa gola a chi è in cerca di mercati.
A aumentare le opportunità italiane ci sono anche le pessime relazioni di Algeri con Parigi.
La questione petrolifera
Il settore energetico diventa strategico per fare affari in Algeria. La Francia parte sfavorita sugli idrocarburi. L’Algeria ha bloccato le ambizioni della Total. Il colosso energetico francese aveva concluso un accordo a maggio 2019 con gli americani della Occidental Petroleum.
Il gruppo francese doveva comprare dagli americani 8,8 miliardi di dollari di attività petrolifere e gas dell’Anadarko, compagnia anch’essa americana, in Algeria, Ghana, Mozambico e Sudafrica.
Un’offerta pubblica di acquisto di Occidental su Anadarko aveva portato il controllo di quelle attività all’Occidental Petroleum, che poi ha rivenduto a Total.
Un’operazione economica che avrebbe portato al colosso francese il controllo del 40% della produzione petrolifera dell’Algeria, circa un milione di barili al giorno.
A fermare tutto è intervenuto il ministro algerino dell’energia, Mpohamed Arkab. La società pubblica dell’Algeria Sonatrach ha esercitato su richiesta del governo il diritto di prelazione sulla vendita delle attività di Anadarko nel Paese.
La tensione franco-algerina
Le relazioni tra Parigi e Algeri peggiorano ancora dopo le elezioni presidenziali che hanno portato alla vittoria Tebboune. In Algeria non hanno gradito la fredda reazione dell’Eliseo alla vittoria elettorale del neo-presidente.
Emmanuel Macron ha solo freddamente “preso atto” del successo elettorale e ha fatto arrabbiare le autorità algerine. Non si spiegano perché Parigi si sia espresso con entusiasmo e congratulazioni quando vinse le elezioni in Egitto il presidente Abdel Fatah Al Sisi, mentre in Algeria c’è stata solo una presa d’atto.
A peggiorare le relazioni tra Francia e Algeria c’è stata anche la chiusura della Danone e Renault nel Paese nordafricano. Con conseguenti perdite di posti di lavoro.
La querelle in realtà ha la sua origine nel cambiamento di presidente in Algeria. Molti algerini e osservatori hanno accusato la Francia di avere provato a interferire negli affari interni dopo le dimissioni dell’ex-presidente Bouteflika. A Parigi non hanno gradito il successo elettorale con il 58,15% di Tebboune.
L’Algeria e la sicurezza francese
La Francia ospita la più numerosa comunità algerina all’estero, le cui stime variano dalle 2 alle 5 milioni di persone, tra cui moltissimi berberi. Gli scontri che sovente esplodono nelle “banlieue” tra manifestanti e forze dell’ordine coinvolgono spesso membri della comunità algerina. Per la Francia, quindi, l’Algeria rappresenta un problema di sicurezza, senza dimenticare la dimensione economica. Il 10 per cento circa delle importazioni francesi di gas proviene dalla sua ex colonia e la Francia contende all’Italia il ruolo di primo investitore diretto in Algeria, esclusi gli idrocarburi, che rivestono un capitolo a parte.
I dati del commercio internazionale dell’Algeria
Per capire come fare affari in Algeria ecco alcuni dati significativi per imprese e investitori. Nel primo bimestre del 2020, l’Italia è diventato il primo importatore di beni algerini, superando la Francia. I primi cinque destinatari di beni algerini hanno costituito il 53,30 per cento delle esportazioni totali. L’Italia ha rappresentato il principale cliente, importando merci per 708,04 milioni di dollari – ossia il 14,45 per cento del totale delle esportazioni algerine – malgrado un calo del 43,61 per cento su base annua.
A seguire si sono collocate la Francia con 649,28 milioni di dollari (13,25 per cento), la Turchia con 496,56 milioni (10,13 per cento), la Cina con 415,26 milioni (8,47 per cento) e la Spagna con 342,51 milioni (6,99 per cento). Quanto ai fornitori dell’Algeria, i primi cinque hanno rappresentato nello stesso periodo il 48,14 per cento delle importazioni totali. Questi sono stati la Cina con 1,073 miliardi di dollari (17,51 per cento delle importazioni totali dell’Algeria), la Francia con 589,70 milioni (9,62 per cento), l’Italia con 508,51 milioni (l’8,30 per cento), gli Stati Uniti con 395,84 milioni (6,46 per cento) e la Spagna con 383,36 milioni (6,25 cento).
Nel primo bimestre del 2020, l’Algeria ha registrato un deficit commerciale di 1,23 miliardi di dollari, in aumento del 79,16 per cento su base annua. Nel 2019, la bilancia commerciale algerina ha registrato un deficit di 6,11 miliardi di dollari contro i 4,47 del 2018.
Riferimenti utili
Camera di Commercio italo-araba
Ambasciata dell’Algeria a Roma
Ambasciata di Italia a Algeri
Export in Algeria