La Commissione Europea ha proposto di modificare in senso più restrittivo le regole di Shengen sulla libera circolazione per venire incontro delle richieste di alcuni Paesi, tra tutti Francia e Germania, che hanno paura di infiltrazioni terroristiche. Il trattato di Shengen, infatti, prevede che in casi di grave minaccia alla sicurezza ed all’incolumità pubblica i controlli alle frontiere possano essere ripristinati per un periodo di tempo stabilito.
Il fatto che alcuni dei terroristi che hanno insanguinato l’Europa abbiano potuto passare le frontiere indisturbati ha allarmato i governi di alcuni Stati che hanno chiesto alle autorità comunitarie di potere reintrodurre i controlli.
La libera circolazione sarà quindi un po’ meno libera e per tre anni potranno tornare i controlli alle frontiere interne dell’Unione Europea; potranno essere controllate le automobili così come i mezzi pesanti e potranno essere richiesti i documenti di identità per chi cerca di passare da uno Stato all’altro, esattamente come si faceva quando ancora l’Unione Europea non esisteva. Coloro che vorranno andare da un Paese all’altro quindi dovranno tenere sotto mano i documenti e controllare molto bene la validità per evitare di essere rispediti indietro.
Questa misura servirà anche a fare fronte all’emergenza migratoria che da anni vede una vera e propria marea umana di rifugiati che cerca di entrare in Europa e di spostarsi da un Paese all’altro per raggiungere famigliari e amici. Il Commissario europeo all’immigrazione Dimitris Avramopoulos ha spiegato che le nuove regole permetteranno di accogliere solamente coloro che hanno davvero bisogno di aiuto e protezione internazionale e rimpatriare i migranti economici. “ Negli anni 2014 e 2015 solo il 36% dei migranti irregolari è stato rimpatriato e adesso dobbiamo fare di più; l’obiettivo è rimandare a casa un milione e mezzo di irregolari”, ha detto Avramopoulos.
Il Commissario ha assicurato che l’Unione Europea vigilerà sull’attuazione corretta dei controlli e verificherà attentamente che non vengano commessi abusi.
Valeria Fraquelli
Sarà l’Europa sulla giusta strada?