I terroristi dello Stato Islamico hanno colpito Parigi due volte nel 2015. E’ ancora da comprendere se si tratti di lupi solitari, di azioni premeditate con una regia ben definita oppure siamo davanti agli ultimi colpi di coda del movimento di Abu Bakr al-Baghdadi.

Perché Parigi, perché la Francia? La domanda è spontanea dopo il duplice attacco condotto nel 2015 da terroristi dell’Isis nella capitale francese. Proviamo a dare una risposta spiegandola con cinque probabili motivi:
- Gli attacchi a Parigi del 13 novembre hanno voluto colpire uno dei Paesi che stanno bombardando la Siria. Il presidente francese Hollande e il suo Ministro della difesa, Jean-Yves Le Drian, hanno lanciato lo scorso settembre una campagna di raid aerei in Siria.
- La Francia è intervenuta in Mali nel 2013 con l’obiettivo dichiarato di spezzare il controllo dei gruppi islamici, soprattutto nella parte settentrionale del Paese. Con l’operazione in Mali, la Francia ha esplicitato una chiara visione geostrategica che si oppone al terrorismo islamico e alla creazione di un cosiddetto “califfato” alle porte dell’Europa.
- La Francia è una ex-potenza coloniale. La maggior parte dei migranti giunti in Europa ha conoscenze o parenti in Francia, ragion per cui è più facile trovare seguaci o simpatizzanti dell’Isis.
- C’è probabilmente un elemento psicologico, legato alla storia dei rapporti musulmani con l’Europa e che potrebbe emergere nel fanatismo jihadista. L’avanzata delle armate arabe in Europa fu fermata dalla battaglia di Poiters, nei pressi di Tours, nell’ottobre 732. I franchi, guidati da Carlo Martello sconfissero l’esercito arabo-berbero-musulmano, che fu costretto a ritirarsi. Sebbene gli storici abbiano giudicato esagerata l’importanza attribuita alla battaglia di Poiters (infatti le scorribande arabe continuarono con la conquista di Arles e Avignone), per la storiografia araba il teatro di quella battaglia fu simbolico. I cronisti musulmani la definiscono come “il lastricato dei martiri”, riferendosi alla lunga strada romana sulla quale avvenne il massacro. Probabile che l’integralismo jihadista, dove la memoria storica è molto più considerata rispetto a quella europea, consideri la Francia come lo stato del male, quello che a Poiters ha fermato le armate arabe. Forse è un’interpretazione un po’ tirata per i capelli, ma siamo davanti a un movimento che riesuma la figura del Califfo e i califfati di Damasco e Baghdad. Non a caso si chiama Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Daesh), proprio perché fa riferimento agli antichi Califfati di Damasco e di Baghdad. Per questa ragione, l’azione di conquista dell’Isis si è concentrata in Siria e Iraq.
- Infine, la Francia è in piena campagna elettorale per le elezioni amministrative che si terranno a dicembre. L’attacco di novembre potrebbe mettere in difficoltà i socialisti di François Hollande e l’elettorato di Nicolas Sarkozy. Fa senz’altro il gioco del Front National di Marine Le Pen con la spinta a un nuovo nazionalismo e vuole i nostri Stati ripiegati su se stessi. Una prospettiva favorevole per i jihadisti che puntano proprio a creare “scontri di civiltà” interni ai Paesi europei nella speranza di indebolirne la stabilità.
non vorrei che si attribuisse a questo gruppo terrorista un’intelligenza e preparazione storica e sociale molto superiore a quella reale. Penso che abbiano attaccato la Francia e Parigi solo per ragioni logistiche. 1) la loro base operativa é a Bruxelles da cui raggiungere Parigi é facile con ogni mezzo. 2) La capitale francese ha una fascia di quartieri che la circondano completamente abitati da musulmani e da gruppi di opposizione intransigente a tutto piuttosto vivaci e la stessa fascia di quartieri detta Banlieu può garantire appoggio logistico, ospitalità prima e dopo i misfatti e omertà assoluta dovuta in parte alla condivisione di ideali e in parte alla paura di ritorsioni. Hanno operato da dove e dove era più facile e comodo senza strategie politiche o ideologiche e senza ragionamenti storico/filosofici
Come ha letto, si tratta di congetture. Molto interessante il punto 2 sulla fascia di quartieri.