Perché la visita in Cina di Abbas, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese. Le cinque cose da sapere.
Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Mahmoud Abbas visita per quattro giorni la Cina dal 13 al 16 giugno. Perché il leader palestinese vola fino a Pechino? I cinesi vogliono mediare nella questione tra israeliani e palestinesi? Ecco cinque cose da sapere sulla visita in Cina di Abbas.
- Diversi funzionari palestinesi, come riporta il britannico The Guardian, sono convinti che la visita in Cina rafforzi più la credibilità e il ruolo di Pechino a livello diplomatico internazionale che un serio tentativo di rimettere in moto il processo di pace mediorientale.
- I media di Stato cinesi riportano che la visita di Abbas ha l’obiettivo di facilitare nuovi colloqui fondati sulla “soluzione dei due Stati”. Pechino ha di recente avuto un ruolo importante nell’intermediazione e disgelo tra i due principali attori in Medio Oriente: Arabia Saudita e Iran. Gli ultimi colloqui di pace diretti tra funzionari israeliani e palestinesi, mediati da Washington, si sono svolti nel 2014. Da allora, la massiccia crescita degli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata ha reso quasi impossibile una soluzione a due stati.
- A dicembre 2022, a margine di un vertice tra la Cina e le nazioni arabe tenutosi in Arabia Saudita, il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato Abbas e si è pubblicamente impegnato a “lavorare per una soluzione tempestiva, giusta e duratura alla questione palestinese”. Ad aprile, il ministro degli Esteri del Paese, Qin Gang aveva detto per telefono alle sue controparti israeliane e palestinesi che Pechino era disposta a impegnarsi nei negoziati di pace.
- La visita in Cina di Abbas avviene nel momento in cui le relazioni internazionali tra Pechino e Israele sono fredde. Il governo israeliano è diffidente nei confronti della Cina per i suoi legami economici della con l’Iran. Inoltre, i funzionari israeliani sono stati sempre franchi con Pechino sul fatto che il paese rimane strettamente allineato con gli Stati Uniti sulla politica estera. Il fatto che nessun invito cinese sia stato esteso a una delegazione israeliana suggerisce anche che dal viaggio non arriveranno importanti risultati diplomatici; al massimo, potrebbero esserci un maggiore supporto cinese della lotta palestinese per la formazione dello Stato di Palestina nei forum internazionali e un maggiore impegno finanziario. L’apertura di Pechino a Abbas ricambia la posizione dell’Anp che non si è mai espressa sul popolo degli Uiguri soggetto alla persecuzione cinese.
- Infine, la visita in Cina di Abbas è un messaggio alla diplomazia statunitense. Il segretario di Stato Anthony Blinken sta lavorando al processo di pace ma la situazione è in fase di stallo. L’Anp fa capire che non c’è solo Washington ma che potrebbe inserirsi nella questione mediorientale anche Pechino. Dopo decenni in cui gli Stati Uniti hanno seguito da molto vicino la vicenda israelo-palestinese, un altro attore entra sul palcoscenico.
A proposito del punto 2: è molto triste, e suscita indignazione, prendere nota che, purtroppo, l’illegale e proditoria ” massiccia crescita degli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata”, in contrasto sia con le leggi internazionali di guerra che con il Trattato di Oslo, “ha reso quasi [non del tutto per fortuna – ndr ] impossibile una soluzione a due stati”. Perché sia possibile riprendere il processo di pace, giustamente interrotto a causa di tale colonizzazione illegale, è indispensabile che, preliminarmente, il governo israeliano smantelli tutte le colonie site a Levante dello spartiacque della Cisgiordania ed altresì nelle aree sensibili di Ramallah, Gerusalemme Est e Betlemme e si impegni a smantellare una quota sostanziale da concordare nel territorio da assegnare allo Stato di Palestina a Ponente di quello spartiacque. Per indurre il governo israeliano a ciò è indispensabile che la Comunità internazionale, organizzandosi anche al di fuori dell’ONU onde aggirare i veti USA, commini severe sanzioni allo Stato d’Israele fino al raggiungimento dello scopo (come per il Sudafrica): “Due popoli, due stati” con pari dignità, e, aggiungo, pace a Israele entro confini equamente ridefiniti.
28/6/2023
Nearco 7