Chi sono i vincitori e i vinti dell’accordo commerciale Usa-Cina?

Alla Casa Bianca lo scorso 15 gennaio, Usa e Cina hanno firmato l’accordo commerciale che dovrebbe mettere fine alla guerra dei dazi. Ma chi ha vinto e perso con l’accordo?

Con oltre 200 invitati nella East Room della Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha celebrato lo scorso 15 gennaio la firma dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina. L’accordo, un calumet della pace, dovrebbe mettere fine alla guerra logorante dei dazi che ha contrapposto Washington e Pechino da oltre due anni. Con ripercussioni sul resto del mondo.

Il patto è stato celebrato in maniera positiva dalla stampa mondiale. Un po’ meno dai governi europei che risultano essere i più danneggiati.

Il vincitore della partita commerciale è indubbiamente lo stesso Trump. Con l’accordo porta a casa l’impegno cinese a acquistare nei prossimi due anni beni e servizi americani per un valore di 200 miliardi di dollari. Un successo notevole che “The Donald” può spendere in campagna elettorale. E Trump ha già dato inizio a “vendere” il prodotto. Lo dimostra l’invito di 200 personalità americane alla Casa Bianca per assistere alla firma. La battaglia sui dazi quindi ha pagato e dà i suoi frutti. Le imprese americane, come nel settore dell’automotive o agro-alimentare, possono dirsi soddisfatte. Non male per un presidente che ha attaccato senza riguardi l’Italia quando decise di aderire alla nuova Via della Seta di Pechino.

A perdere è invece l’Europa. L’impegno cinese a comprare merci e servizi per un valore di 200 miliardi è di fatto un taglio netto all’acquisto cinese di prodotti europei. L’export dell’industria dell’Ue sarà destinato a diminuire, se non a crollare. Perché la maggior parte degli acquisti del gigante asiatico saranno prima rivolti all’America e poi al resto del mondo. La stessa situazione la vivranno Paesi dell’America Latina che esportano prodotti agricoli sul mercato cinese. Il Brasile ha già protestato contro l’accordo.

Chi ci guadagna sarà probabilmente anche la Gran Bretagna. L’uscita dall’Unione Europea il 31 gennaio, che darà concretezza alla Brexit, spingerà Boris Johnson e il suo governo a rafforzare la special relationship commerciale con Washington. Inevitabile che Londra chiederà di essere parte dell’accordo e condividere i vantaggi ottenuti dall’amico americano.

Vince su tutti i fronti, come l’America, anche la Cina di Xi Jinping. Il leader cinese è riuscito a scongiurare la perdita di un mercato importante per le aziende della Cina. E ha anche evitato di perdere l’accesso al mercato finanziario Usa. E lo ha fatto sacrificando sull’altare i mercati europei.

Per il mondo che è fuori orbita di Washington e Pechino si prospettano anni duri nel commercio internazionale. Attendiamo di vedere cosa propone l’Unione Europea e quali strumenti intende usare per contrastare l’asse Usa Cina. Una strategia potrebbe essere quella di potenziare la partnership con i Paesi latinoamericani, con l’India e guardare all’Africa e al mondo asiatico. Di fatto un’alleanza globale commerciale che andrebbe fatta valere anche dentro l’Organizzazione Mondiale del Commercio. Una strategia che potrebbe mettere in crisi il matrimonio di convenienza commerciale tra Trump e Xi Jinping.

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