C’è il Cop27: il futuro del clima è adesso

In Egitto il vertice annuale di leader mondiali e società civile. Poche speranze e buoni propositi.

C'è il Cop27 il futuro del clima è adesso

Al via a Sharm el-Sheikh in Egitto il Cop27, il vertice annuale sul clima dell’Onu. I paesi emergenti attendono l’accordo Loss&Damage, ecco cos’è.

“Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati”. Lo scrivono gli scienziati nell’ultimo rapporto Onu sullo stato dell’ambiente, lo State of the Global Climate Report 2022.

La pubblicazione del documento annuale sulla salute del pianeta ha preceduto l’apertura del Cop27 a Sharm el-Sheikh.

Il ministro degli esteri egiziano Sameh Shoukry, padrone di casa, è il presidente di questo vertice sul clima dell’Onu che ogni anno riunisce leader mondiali e società civile. Nel suo discorso Shoukry ha detto che non bisogna fare l’errore di legare la crisi energetica e quella alimentare solo al conflitto ucraino.

Sulle cause gli scienziati hanno parlato chiaro nel rapporto. Con un riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi (rispetto alle medie pre-industriali), con aumenti delle ondate di calore, del livello dei mari e con scioglimento dei ghiacciai in aumento è difficile pensare che la causa della crisi energetica e alimentare sia la guerra in Ucraina.

Il Cop27 si apre con una sola certezza: che gli impegni presi l’anno prima a Glasgow (Cop26) non sono stati rispettati.

Nel Cop 26 di Glasgow, gli stati avevano definito questi obiettivi:

  • fermare la deforestazione entro il 2030

  • tagliare le emissioni di metano del 30% entro il 2030

  • elaborare un nuovo piano per il clima nell’ambito Onu

A Sharm el-Sheikh andrà in scena il solito scontro tra paesi sviluppati e stati emergenti, pur mancando tre big come Russia, Cina e India.

I paesi in via di sviluppo stanno chiedendo il mantenimento delle promesse di finanziare la lotta al cambiamento climatico.

Un accordo soddisfacente potrebbe essere quello del cosiddetto Loss&damage. La proposta prevede che i paesi più ricchi finanzino i danni causati da catastrofi ambientali.

Risale alla Cop15 di Copenaghen, nel 2009, l’impegno dei Paesi sviluppati di mobilitare collettivamente 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 da fonti sia pubbliche che private. Impegno mai rispettato. Secondo i dati Ocse, si è arrivati a un massimo di 83,3 miliardi nel 2020. Chissà se il Cop27 dà una spinta almeno su questo fronte.

Rispondi