Nel cuore dell’Europa due conflitti tra il 1912 e il 1913 anticipano la Prima Guerra Mondiale. Le guerre balcaniche sono uno scontro per procura tra imperi e potenze dell’Intesa.
Le guerre balcaniche del biennio 1912-13 anticipano la Prima Guerra Mondiale. Sono conflitto per procura tra potenze imperiali e dell’Intesa e. allo stesso tempo, anticipazione dei risultati di una guerra globale che porta alla fine o ridimensionamento dei grandi imperi europei.
Il bilancio delle guerre balcaniche è, infatti, negativo per Austria, Germania e Turchia. Quest’ultima si ritrova praticamente fuori dall’Europa. La Bulgaria, alleata degli imperi, vede diminuire il proprio territorio. Austria e Italia, ufficialmente alleate nella Triplice Alleanza del 1882, consumano la loro frattura politico-diplomatica a causa dell’Albania su cui entrambe vogliono avere influenza e controllo.
La guerra italo-turca
All’origine dei conflitti balcanici ci sono le tensioni diplomatiche, ormai a livelli altissimi, tra gli Stati Europei e extra-europei. Tensioni politiche che all’inizio del XX secolo avevano portato l’Europa sull’orlo di una crisi di nervi (come i due episodi marocchini e la guerra russo-giapponese).

A fare precipitare il vaso traballante sul davanzale balcanico è la guerra tra Italia e Turchia del 1911. Serbia, Grecia, Bulgaria e Montenegro attaccano l’impero Ottomano con l’obiettivo di conquistare la Macedonia, strappandola al Sultano. I Paesi balcanici vedono il fallimento delle promesse riformatrici dei “Giovani Turchi”, che non hanno migliorato la condizione delle minoranze nazionali balcaniche. La Macedonia è ricca di terra, che le popolazioni slave agricole e pastorali possono sfruttare.
Nel gioco entrano anche le grandi potenze. La Russia vuole sfruttare la situazione per costruire una coalizione anti-turca e riprendere a inseguire il proprio storico interesse nazionale: avere la leadership e influenza tra le popolazioni slavofile nel nome di una fratellanza panslava e avere uno sbocco al Mediterraneo attraverso gli Stretti (Dardanelli e Bosforo) e l’Adriatico. La Serbia è legata alla Francia per interessi finanziari. La Germania ha interessi e investimenti in Turchia. La Bulgaria è vicina a Germania e Austria perché si trova sull’asse della grande ferrovia costruita dai tedeschi che collega Berlino con Baghdad.
La prima guerra balcanica
Nonostante queste divergenze di interessi che le porta su campi contrapposti, Serbia e Bulgaria hanno in comune lo stesso interesse contro la Turchia. La prima vuole ingrandirsi nei Balcani e annettere le terre abitate dai serbi. La seconda vuole il controllo dell’area turca su cui corre la ferrovia per ottenere i vantaggi commerciali.
E’ così che nell’ottobre del 1912, serbi, greci, bulgari e montenegrini attaccano la Turchia con le spalle coperte da Francia e Russia, e sotto lo sguardo vigile della Gran Bretagna loro alleata. La guerra è breve. La disfatta turca arriva in fretta. I bulgari conquistano Adrianopoli e si fermano a 30 km da Costantinopoli su pressione franco-russa. La pace si firma a Londra il 30 maggio del 1913. Il trattato prevede la spartizione della Macedonia tra Bulgaria, Grecia e Serbia. La Bulgaria ottiene la Tracia e l’accesso al Mar Egeo. La Grecia ottiene l’isola di Creta.
La Serbia ha meno di quello che si aspettava. Le viene bloccato l’accesso al mare Adriatico. Perché Austria e Italia hanno interesse a controllare la sponda balcanica. E nella trattativa di pace le diplomazie di Roma e Vienna si inventano la creazione del principato di Albania. Uno Stato “Fantoccio” necessario a sbarrare la strada a Belgrado. Sul trono viene messo un rappresentante di Austria e Germania. La Russia, protettrice storica della Serbia, rinuncia alle rivendicazioni di Belgrado dopo la minaccia austriaca di muovere una guerra.
La seconda guerra balcanica
La pace di Londra dura meno di due mesi. Serbia e Bulgaria non trovano l’accordo per spartirsi la Macedonia. Così il 30 giugno 1913 la Bulgaria attacca la Serbia. La Romania, rimasta estranea al primo conflitto balcanico, non vuole rimanere a mani vuote quando ci sarà da spartirsi il bottino balcanico. Così attacca la Bulgaria insieme alla Serbia. Si uniscono al conflitto contro i bulgari anche la Grecia e la Turchia. Quest’ultima auspica di rifarsi della sconfitta e riconquistare qualche territorio. In queste condizioni la resistenza bulgara dura poco. La pace viene firmata a Bucarest nell’agosto 1913. Adrianopoli e una gran parte della Tracia tornano ai turchi. La Romania guadagna la Dobrugia meridionale, mentre Serbia e Grecia si spartiscono la Macedonia.