Lanciare banconote dall’elicottero per stimolare i consumi. E’ la teoria dell’helicopter money, creata dall’economista americano e premio Nobel Milton Friedman. Vediamo cos’è e se serve davvero a rilanciare i consumi?

Nel dibattito internazionale sulle politiche monetarie, trova ampio consenso la teoria di “Helicopter Money“. Economisti, banchieri, politici vedono nella teoria una via d’uscita dallo stallo finanziario mondiale.
L’impasse è dovuta a tassi di interesse con segni negativi in Europa e Giappone. Anche gli Stati Uniti, dove la Federal Reserve aveva deciso l’aumento di un quarto di punto dei tassi, non hanno assistito ad alcun boom finanziario.
Ma cosa significa Helicopter Money? Significa che le banche centrali possono stampare moneta per stimolare la domanda (quindi i consumi) e far crescere l’inflazione, che in molti Paesi è sotto i livelli di guardia. Questo stimolo fiscale avviene generalmente in due modi: trasferendo direttamente denaro ai consumatori; finanziando progetti pubblici come le grandi infrastrutture (strade, ecc.).
L’inventore della teoria dell’Helicopter Money è stato l’economista premio Nobel americano Milton Friedman, che l’ha lanciata nel suo celebre testo del 1969 intitolato: “La quantità ottimale della moneta“. La teoria di Friedman ricorreva all’immagine di un elicottero che volava sopra una comunità lanciando banconote da mille dollari per far ripartire i consumi.

Serve davvero lanciare “soldi dall’elicottero”? Il quesito lo ha posto la rivista britannica Economist. Il professor Simon Wren-Lewis, economista ad Oxford, dà una risposta positiva: “Sarebbe meglio stampare moneta e darla ai consumatori,piuttosto che usarla per comprare debito pubblico (la cosiddetta Quantitative Easing n.d.r.)…La seconda strada è stata sperimentata e non ha avuto successo, quindi perché non provare la prima opzione?”.
Dalla teoria alla pratica il salto però non è facile. Le banche centrali difficilmente prenderebbero la decisione di un Helicopter Money senza un’approvazione esplicita dei propri governi. Ed è difficile immaginare che conservatori del governo tedesco e repubblicani del Congresso Usa possano dare il via libera a queste operazioni economiche. Più facile, invece, che la teoria di Friedman abbia più appeal tra i politici di sinistra, che la associano con le politiche di redistribuzione del reddito.
Quali possono essere gli effetti di questa teoria sull’economia? Secondo l’Economist molto dipende dalla quantità dello stimolo. Dipende cioè dall’iniezione di liquidità che viene fatta. Uno stimolo modesto fa alzare di poco l’inflazione e la domanda di consumi. Evitando così i rischi di iperinflazione stile Weimar del primo dopoguerra. Ciò rassicurerebbe i mercati, ma i consumatori potrebbero risparmiare il denaro o spenderlo in beni di importazione. Nel primo caso, lo stimolo non avrebbe efficacia. Nel secondo, porebbe provocare un deficit della bilancia dei pagamenti (la differenza tra export e import), una situazione potenzialmente negativa per la valuta.