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Boris Johnson: procedura per la Brexit dal 2017

Il Ministro degli Esteri del Regno Unito Boris Johnson in una affollata conferenza stampa a New York, dove sta partecipando ad un summit dei Paesi membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha annunciato ufficialmente che la procedura che porterà al distacco definitivo della Gran Bretagna dall’Unione Europea inizierà a partire da gennaio 2017.

Jonhson era stato uno dei grandi promotori della Brexit e aveva creato i comitati per il Leave: secondo lui negli ultimi tempi l’Unione Europea è diventata solo un carrozzone burocratico che prende decisioni dall’alto imponendole ai governi e ai popoli degli Stati membri. La cattiva gestione della crisi migratoria è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e la decisione del popolo britannico è stata quella di lasciare definitivamente il progetto comunitario.

A partire da gennaio, ha detto Johnson, il governo britannico presenterà dei progetti concreti per i negoziati che porteranno il regno fuori dall’Europa unita e sarà consegnata alle autorità comunitarie con la richiesta ufficiale di recesso che farà attivare l’articolo 50 dei Trattati che detta le regole per l’abbandono del progetto comunitario.

Il governo britannico inizierà allo stesso tempo i negoziati con i vari Paesi europei per potere ancora usufruire di quei rapporti commerciali privilegiati che ci sono all’interno dell’Unione Europea; secondo Johnson la Brexit vedrà aprirsi nuove fantastiche opportunità commerciali per il Regno Unito. L’economia britannica fino ad oggi sta smentendo palesemente le previsioni dei più catastrofisti che in caso di Brexit avevano profetizzato un crollo economico con crisi profonda, povertà e disoccupazione alle stelle e una grande instabilità politica; dopo il voto del 23 giugno la Gran Bretagna si è rafforzata e ha dimostrato che anche al di fuori dell’Unione Europea può essere solida e con il PIL in continua crescita.

Il commercio britannico adesso è più libero dalle mille regole dettate dalle autorità di Bruxelles e questo, secondo alcuni analisti, è uno dei motivi per cui l’economia britannica non ha sofferto del distacco dal progetto comunitario, ma anzi si è rafforzata.

Visti i passi in avanti fatti sul sentiero della crescita dalla Gran Bretagna viene da chiedersi quale sarà il prossimo Paese a seguire l’esempio britannico. 

Valeria Fraquelli

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