Alta tensione in Bolivia. Il presidente del Paese sudamericano accusa l’ex capo dello Stato di aver attaccato avamposti militari.
In Bolivia, la tensione raggiunge nuove vette. Il presidente Luis Arce ha accusato apertamente i seguaci del suo ex-mentore e oggi rivale, Evo Morales, di aver preso con la forza tre postazioni militari nei pressi di Cochabamba, tenendo in ostaggio diversi soldati. L’assalto, che secondo Arce includeva spari e dinamite contro le forze di polizia, è stato definito dal presidente come un “atto criminale” e un vero e proprio “tradimento” alla patria.
Forze armate in ostaggio
Le immagini televisive trasmesse mostrano soldati in uniforme, apparentemente immobilizzati, circondati dai membri del gruppo armato. La situazione è resa ancora più drammatica dal fatto che molti dei militari presi in ostaggio sono giovani, provenienti dalle stesse classi sociali e comunità indigene dei loro aggressori, ha ricordato Arce, in un appello alla solidarietà nazionale.
Le parole di Morales e lo sciopero della fame
Evo Morales ha risposto all’accusa chiedendo un dialogo con il governo, senza però prendere responsabilità diretta per l’assalto. L’ex presidente ha annunciato che inizierà uno sciopero della fame fino all’avvio dei negoziati tra le parti. In una conferenza stampa, Morales ha dichiarato che “la vita dei nostri istruttori e dei soldati è in pericolo”, confermando l’escalation del conflitto politico.
I blocchi stradali e l’impatto economico
Questa crisi ha profonde radici: da metà ottobre, i sostenitori di Morales hanno bloccato l’autostrada tra Cochabamba e Oruro, chiedendo la sospensione delle indagini contro Morales per presunto abuso di minore, definendole una persecuzione politica. I tentativi delle forze dell’ordine di liberare le strade sono stati ostacolati da lanci di dinamite, provocando un confronto violento con l’uso di gas lacrimogeni.
Nel frattempo, il costo economico dei blocchi stradali è salito a oltre 1,7 miliardi di dollari, una cifra che grava pesantemente sull’economia del Paese, già provata dalle diseguaglianze e dalla povertà.
Elezioni in vista e rivalità crescente
Con le elezioni presidenziali in arrivo il prossimo anno, la frattura tra i due leader di sinistra, un tempo alleati, sembra ormai insanabile. Arce e Morales, entrambi legati al partito socialista boliviano, si trovano ora a fronteggiarsi in una lotta per il potere, mentre il Paese rischia di sprofondare ulteriormente nel caos.