Attacco a Parigi, il giorno dopo

La Francia assicura che sconfiggerà l’Isis. Prove di coalizione globale contro lo Stato Islamico a Vienna dove sono ripresi i colloqui diplomatici per la Siria. Stati Uniti e Russia restano divisi sul futuro di Assad. Pentagono: ucciso a Tripoli dai raid Usa il capo dell’Isis libico.

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“La Francia colpirà e distruggerà lo Stato Islamico”. Lo ha detto il premier Valls il giorno dopo gli attacchi a Parigi

Siamo in guerra e l’intervento francese contro l’Isis in Siria continua”. Lo ha detto il primo ministro della Francia Manuel Valls alla tv francese Tf1, aggiungendo che bisogna essere preparati ad “altre repliche” dei terroristi.

Parigi, il giorno dopo. Le autorità francesi provano, tra il dolore e il cordoglio mondiale, a risollevare un Paese in ginocchio. Parola d’ordine: reagire. “La Francia attaccherà e distruggerà lo Stato Islamico”, ha assicurato il premier Valls. Mentre il presidente Francois Hollande ha annunciato la mobilitazione dell’esercito per le strade delle città francesi.

L’attacco a Parigi ha avuto i suoi effetti politici e militari.

A Vienna, dove sono ripresi proprio oggi i negoziati per la Siria, gli attentati dell’Isis in Francia hanno pesato inevitabilmente sui colloqui. Per il Ministro degli esteri della Russia, Sergei Lavrov, c’è più consenso sulla necessità di creare una coalizione globale per combattere lo Stato Islamico. Lavrov ha descritto una sua sensazione a seguito di diversi incontri bilaterali nella capitale austriaca.

A Vienna, i delegati dei Paesi negoziatori hanno trovato un’intesa per approvare all’Onu una risoluzione sul cessate il fuoco in Siria. Fumata nera invece sul destino del presidente Bashar al-Assad.

Il Segretario di Stato degli Usa, John Kerry, ha parlato di “divergenze ancora esistenti” sul futuro del presidente Assad. La Russia come sempre ha sostenuto che spetta ai siriani decidere il futuro di Assad.

La tregua in Siria, hanno specificato i diplomatici a Vienna, riguarderà solo il governo di Damasco e le forze di opposizione. I negoziati cominceranno a gennaio. Sono esclusi i miliziani dello Stato Islamico, quelli del fronte al-Nusra vicini ad Al Qaida e gli altri jihadisti.

Sul piano militare, il Pentagono ha reso nota l’uccisione di Wissam Najm Abd Zayd al Zubaydi (alias Abu Nabil), capo dell’Isis in Libia. Raid aerei degli Stati Uniti d’America hanno colpito il leader dell’Isis libico a Tripoli. Abu Nabil, iracheno, era operativo anche in Al Qaeda. Sarà forse una casualità, ma il terrorista è stato colpito il giorno dopo il venerdì nero di Parigi.

1 COMMENT

  1. la parte più angosciente e insolita é il silenzio dei mussulmani, escludendo qualche sparuto intervento di alcuni immam. Se la comunità mussulmana vuole riscattare la propria immagine deve improrogabilmente isolare gli estremisti, denunciarli e consegnarli alla giustizia. Isolare gli Immam più estremisti e chiudere, loro stessi, le moschee e le scuole coraniere più integraliste. Senza quest’azione tutto l’Islam si presenterà come complice silente dei terroristi, così come i tedeschi non dissidenti furono complici del nazismo e gli italiani del fascismo. Si riscatti l’Islam o accetti le conseguenze di recriminazioni e persecuzioni

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