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Assalto alla Siria

Assalto alla Siria

Siria nel caos: un assalto concertato tra milizie, aviazione e interessi internazionali. Come capire la questione siriana.

di Nearco 7

Abbiamo assistito, nel drammatico dicembre appena trascorso, ad un ulteriore avvitamento della crisi mediorientale con l’assalto alla Siria ad opera di una impressionante sinergia fra la milizia fondamentalista “Esercito di liberazione del Levante” (Hts) sostenuta dalla Turchia, l’aviazione israeliana e l’aviazione statunitense.

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L’aviazione israeliana, parallelamente alla sua campagna di incursioni attuata nei mesi precedenti sul Libano, ha colpito pesantemente, senza alcuna provocazione da parte siriana (quindi illegalmente poiché un’aggressione “preventiva” rimane comunque un’aggressione) installazioni militari in Siria, indebolendo in misura rilevante il dispositivo siriano.

L’Hts, potentemente armato ed addestrato in modo sorprendente, ha lanciato una travolgente offensiva dalle sue basi nel Nord-Ovest del paese. L’aviazione statunitense ha bloccato, con incursioni di A 10, i rinforzi di milizie sciite irakene che il Governo siriano aveva chiamato in appoggio.

Tale sinergia ha determinato con eccezionale rapidità il crollo dell’esercito regolare siriano e, di conseguenza, del governo siriano guidato dal partito Baath, consegnando il potere nelle mani della milizia Hts, la quale ha sospeso il Parlamento e la Costituzione ed ha nominato un Governo provvisorio.

Nel paese si è determinata una situazione di instabilità dovuta alla crisi delle strutture statali impegnate nel passaggio dei poteri e nel cambio di regime, mentre masse di sostenitori dell’Hts festeggiavano nelle piazze e masse di altro orientamento fuggivano per sottrarsi a timori relativi alla propria sicurezza, timori condivisi a livello internazionale particolarmente per quanto riguarda la sorte di Curdi, Cristiani ed Alawiti.

Intanto, il Governo israeliano proseguiva, sempre senza avere subito alcuna provocazione, nella sua linea di aggressioni illegali con tre gravi iniziative politico-militari contro lo Stato siriano (ora a Governo provvisorio): la prima bombardando pesantemente le installazioni militari siriane terrestri e navali abbandonate dalle forze armate regolari ma comunque di proprietà di quello Stato, la seconda impadronendosi della zona cuscinetto ad Est del Golan occupato (stabilita dall’armistizio del 1974 e senza violazioni in atto da parte siriana) e di altri territori nella zona del monte Hermon (un’area da tempo controversa fra Siria e Libano ed un’ulteriore area siriana d’interesse idrologico relativa alle sorgenti del Giordano), la terza disponendo il raddoppio della colonizzazione israeliana del Golan occupato, contraria alle leggi internazionali di guerra che ne fanno divieto alla potenza occupante, tenuto conto che l’annessione unilaterale di quell’area, in assenza di un trattato di pace, è giuridicamente nulla.

La Comunità internazionale non può e non deve tollerare una tale politica dell’uso continuato, unilaterale e illegittimo della forza e del fatto compiuto, contro cui peraltro si sono levate appropriate proteste da parte di ONU, Egitto e Francia: è indispensabile che gli Stati che hanno a cuore una convivenza internazionale basata sul diritto adottino, sia in sede ONU che indipendentemente da quella, adeguate sanzioni al riguardo nei confronti del Governo israeliano. Per quanto riguarda, poi, la sorte della Siria, è comunque auspicabile, dopo la fase transitoria del consolidamento dei poteri del nuovo Governo, il ripristino dell’ordinamento costituzionale integrato dalla garanzia di ampie autonomie a tutela delle minoranze etniche e religiose.

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