Nella zona demilitarizzata a nord di Hama. Accuse reciproche tra esercito di Assad e ribelli. A rischio l’accordo tra Russia e Turchia firmato a Soci.
E’ a rischio l’accordo tra Russia e Turchia firmato a Soci lo scorso settembre? L’esercito siriano ha intensificato, oggi sabato 17 novembre, il suo attacco contro i ribelli in una zona demilitarizzata nel nord della Siria. Lo riporta l’agenzia Reuters, che cita fonti vicine ai ribelli.
Secondo le milizie che combattono dal 2011 il presidente siriano Bachar al-Assad, l’attacco è stato condotto contro villaggi e città sotto il controllo dei ribelli. E accusano il governo di Damasco di fare naufragare l’accordo tra Russia e Turchia. Intesa che ha evitato il lancio di un’offensiva militare, già pronta, preparata dall’esercito siriano e gruppi alleati contro l’ultima roccaforte rimasta in mano ai ribelli.
Roccaforte consolidata nella provincia di Idlib. Ed è qui che l’esercito di Damasco ha lanciato l’attacco, sparando razzi e centinaia di colpi di mortaio in una stringa di territorio a nord di Hama dove si trovano paesi e città sotto il controllo dei ribelli anti-Assad. La zona è a sud di Idlib e Latakia e dentro un’area che l’accordo tra Russia e Turchia aveva riconosciuto come demilitarizzata.
La Reuters scrive che gli uomini del Fronte di Liberazione Nazionale, l’alleanza dei gruppi ribelli sostenuta dalla Turchia, hanno risposto colpendo le postazioni dell’esercito siriano.
Nella zona di Idlib vivono oltre 3 milioni di persone. Metà di queste è già fuggita per timore di un’offensiva siriana.
L’esercito siriano rilancia però le accuse ai ribelli anti-Assad. E sostiene che il piano delle milizie appoggiate da Ankara è quello di affondare l’accordo tra Russia e Turchia.
Il governo turco si era impegnato, in cambio dello stop all’offensiva di Damasco, a espellere dalla zona di Idlib i gruppi filo al-Qaida presenti e mescolati con i ribelli del Fronte di Liberazione Nazionale.
Mosca però comincia a porre la questione sulle effettive capacità e la reale volontà del presidente Recep Tayyp Erdogan a dare la caccia agli uomini di al Qaida.
E le perplessità russe hanno un fondamento. Il principale gruppo jihadista, Tahrir al Sham, sta ancora utilizzando la sua artiglieria pesante secondo una fonte di intelligence citata dalla Reuters. Inoltre, venerdì 16 novembre, un attacco suicida del gruppo jihadista Ansar al Islam contro un checkpoint dell’esercito siriano ha ucciso 23 militari.