Treni fermi, voli cancellati e negozi chiusi: i sindacati sfidano le riforme di Milei mentre il governo attende un maxi-prestito dal Fondo Monetario Internazionale.
di Pedro Rodriguez
Buenos Aires – L’Argentina si è fermata. Un massiccio sciopero generale contro i tagli alla spesa pubblica imposti dal presidente Javier Milei ha paralizzato il Paese, colpendo duramente il trasporto e lasciando le città in uno stato di sospensione.
Tutti i voli domestici sono stati cancellati, mentre treni e metropolitana si sono fermati a Buenos Aires e in molte altre aree del Paese. Le strade della capitale appaiono insolitamente silenziose: numerosi negozi hanno abbassato le saracinesche, anche se alcune linee di autobus hanno continuato a circolare. Le compagnie aeree hanno garantito che i voli internazionali proseguiranno secondo programma, pur segnalando alcuni ritardi.
È la terza volta che le potenti sigle sindacali argentine scendono in piazza da quando Javier Milei si è insediato alla Casa Rosada, nel dicembre 2023. Da allora, il presidente libertario ha avviato un’aggressiva cura da cavallo per frenare l’iperinflazione che aveva superato il 200%. Oggi il tasso è sceso intorno al 60%, ma il costo sociale è altissimo.
L’Argentina rischia il default economico
I sindacati denunciano una situazione drammatica per i più deboli: pensionati, lavoratori a basso reddito e intere fasce di popolazione stanno pagando il prezzo delle politiche di austerità. Tra le misure più controverse di Milei: il taglio massiccio ai sussidi per trasporti, carburante ed energia, il licenziamento di decine di migliaia di dipendenti pubblici e la chiusura di diversi ministeri.
La protesta di oggi si inserisce in un momento cruciale per l’economia argentina: il governo è in attesa del via libera per un nuovo prestito da 20 miliardi di dollari da parte del Fondo Monetario Internazionale. Un’ancora di salvezza necessaria, considerando che il Paese è già indebitato con l’FMI per 44 miliardi.
Eppure, da Washington arrivano segnali di approvazione. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha elogiato il presidente affermando che “Milei ha riportato l’Argentina indietro dall’orlo del baratro economico”. In un gesto di sostegno politico ed economico, il segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, volerà a Buenos Aires lunedì per incontrare i vertici del governo.
Ma in patria il clima resta infuocato. Mentre i numeri dell’economia migliorano, nelle piazze cresce la rabbia di chi si sente escluso dalla ripresa. La sfida di Milei, oggi più che mai, non è solo con l’inflazione, ma con la tenuta sociale di un Paese in bilico.