Alta tensione tra Stati Uniti e Colombia sugli immigrati

Donald Trump fa a portierate con Gustavo Petro, presidente colombiano. Tensione politica tra Stati Uniti e Colombia sugli immigrati.

Stati Uniti e Colombia sono ai ferri corti sulla questione dei rientri forzati degli immigrati irregolari colombiani.

Donald Trump ha firmato un’ordinanza esecutiva lo scorso 20 gennaio, subito dopo il suo insediamento, per riportare con la forza, o “deportando” come scrivono diversi media, nei rispettivi Paesi i migranti entrati illegalmente negli Usa.

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I primi due aerei militari carichi di colombiani sono partiti in direzione Bogotà. Il presidente colombiano Gustavo Petro ha però rifiutato l’atterraggio dei velivoli nordamericani. Il capo di stato del Paese sudamericano ha dichiarato che la libertà umana è sacra e il suo governo non accetta il rimpatrio di persone in manette.

Petro ha annunciato che l’aereo presidenziale è pronto a decollare verso gli Stati Uniti per riportare a casa i cittadini espulsi. Un messaggio chiaro di critica verso i metodi di Trump. Petro ha fatto riferimento anche agli oltre 15mila americani irregolari che si trovano in Colombia, spiegando che mai permetterà espulsioni con manette.

Stati Uniti e Colombia, una storia di rapporti politici sempre molto tesi, esprimono la prima crisi politica nel continente americano della nuova era Trump.

Il presidente Usa non ha preso bene il rifiuto di Petro a far atterrare i due aerei militari. E ha minacciato di alzare i dazi alla Colombia del 25%, spingendosi al 50% nel giro di una settimana.

“The Donald” intanto ha fatto sapere la sua insoddisfazione su come sta procedendo la campagna dei rientri forzati degli immigrati regolari. Secondo il Washington Post il 47° presidente Usa ha chiesto che si passi da una media giornaliera di qualche centinaio a 1300-1500 “deportazioni” quotidiane.

La Colombia vive una situazione di instabilità politica e sociale interna, ma anche di riposizionamento diplomatico sullo scacchiere internazionale. L’elezione di Gustavo Petro nel 2022, il primo presidente di sinistra nella storia colombiana, ha rovesciato anche gli equilibri regionali. Petro, ex combattente guerrigliero per un gruppo ribelle, ha scontato con il carcere alcune condanne negli anni ‘80.

Sul versante interno, il governo di Bogotà è alle prese da anni con il complicato negoziato con i gruppi della guerriglia. Se con le Farc il negoziato è andato a buon fine, rimane aperto il percorso di colloqui politici con l’Eln (esercito di liberazione nazionale). Inoltre, il Paese sudamericano affronta da diversi anni una profonda crisi economica. Quella dei rimpatri di Trump è l’ultima “portierata” che arriva alla Colombia.

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