L’aviazione israeliana uccide nella Striscia di Gaza il leader della jihad palestinese. Un attacco colpisce a Damasco un altro esponente islamico.
In Medio Oriente si alza il termometro della tensione. In un raid nella Striscia di Gaza, l’aviazione israeliana ha ucciso Baha Abu al Atta, leader della Jihad islamica palestinese. Successivamente, in un attacco che l’agenzia siriana Sana attribuisce a Israele è stata colpita l’abitazione a Damasco di Akram al Ajouri, membro della direzione politica del gruppo jihadista palestinese. Tutto fa quindi pensare a un possibile blitz israeliano. Ma Al Ajouri sarebbe sopravvissuto, mentre il figlio Muadh e un’altra persona sarebbero morti.
Secondo le autorità israeliane, Abu al Atta è responsabile di una serie di attacchi contro lo Stato israeliano. Abu al Atta è accusato di aver compiuto la maggior parte degli attacchi terroristici contro Israele nel 2019, in particolare durante l’escalation di tensione dello scorso maggio. La sua morte è stata confermata dal Movimento per il Jihad islamico in Palestina (Pij). Ora si attendono rappresaglie, come minacciato dallo stesso gruppo.
Cos’è il Pij
Il Pij è un’organizzazione radicale legata all’islam sunnita che riceve sostegno finanziario e militare dall’Iran. L’organizzazione, considerata terroristica da Israele, è nata da una fazione radicale dei Fratelli musulmani in Egitto. Il Pij è stato fondato a Gaza nel 1981 da Fathy Shaqaqi, un fisico di stanza a Rafah, da Sheikh Abd al Aziz Awda, un predicatore, da Ramadan Shalah e da altri ex esponenti dei Fratelli musulmani. I fondatori hanno subito l’influenza della rivoluzione iraniana. Il braccio armato di Pij è noto come Brigate al Quds