Israele e Hamas hanno raggiunto l’accordo. Il cessate il fuoco scatta domenica 19 gennaio.
Alla fine il preannunciato accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco è arrivato. Nei giorni scorsi le agenzie di stampa e fonti ufficiali israeliane e palestinesi avevano anticipato che la tregua era sempre più vicina. Questione di giorni, forse di ore, aveva detto all’agenzia Reuters un funzionario israeliano. La notizia era stata confermata alla Bbc anche da un funzionario palestinese, che aveva parlato di fase avanzata per un accordo su cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva dichiarato lo scorso 13 gennaio che un accordo è “sul punto” di concretizzarsi e che la sua amministrazione stava lavorando urgentemente sulla questione.
Israele e Hamas hanno trovato l’accordo sul cessate il fuoco dopo 15 mesi di guerra iniziata il 7 ottobre 2023. La tregua scatta domenica 19 gennaio. Joe Biden ha confermato l’accordo in un messaggio televisivo. A fianco a lui il vice-presidente americano Kamala Harris e il Segretario di Stato Anthony Blinken. La presenza delle tre più alte cariche dello Stato per l’annuncio della tregua è un segnale forte alla Nazione e al mondo. In primo luogo perché dà forza all’impegno americano per raggiungere la tregua. In secondo luogo per smentire Donald Trump che ha dichiarato essere merito suo l’accordo. Anche se il presidente degli Stati Uniti ha precisato che ha lavorato con lo staff di Trump creando un unico team per superare le difficoltà del negoziato. In terzo luogo per dire al mondo che l’Amministrazione democratica esce a testa alta, gestendo un “negoziato molto complesso” (parole di Biden) e aprendo la porta a una possibile fine del conflitto.
Cosa c’è da sapere sull’accordo tra Israele e Hamas
L’intesa è un grande successo di diplomazia e politica internazionale. E’ il risultato di negoziati lunghi e complessi, che in 15 mesi sono passati dal Cairo e dal Golfo. Ma è sempre stato il Qatar il vero epicentro diplomatico. Lo sceicco Tamim bin Hamad Al-Thani, capo di Stato del Qatar, ha gestito fin dall’inizio – con abilità di mediazione- i colloqui e il percorso politico che ha portato all’accordo.
Biden ha spiegato che la prima fase dell’accordo permetterà ai palestinesi di ritornare nelle loro case e permetterà più assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza. Lo sceicco Al-Thani ha chiarito i punti dell’accordo durante la conferenza stampa a Doha. Ecco la ricostruzione del leader del Qatar:
- Israele e Hamas hanno concordato lo scambio di prigionieri e ostaggi in cambio di un cessate il fuoco permanente tra di loro che inizia il 19 gennaio.
- C’è l’accordo per la fornitura di aiuti umanitari ai palestinesi nella Striscia di Gaza.
- Nella prima fase dell’accordo, di cui ha parlato anche Biden, 33 ostaggi isareliani saranno liberati da Hamas.
- Al-Thani si dice fiducioso che l’accordo tenga oltre la prima fase, anche se molto dipende dall’impegno delle due parti a rispettarlo.
Joe Biden ha approfondito i termini dell’accordo:
a) è diviso in tre fasi: la prima dura sei settimane, prevede il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e il ritiro delle forze israeliane.
b) la seconda fase prevede negoziati che portino a una cessazione permanente della guerra. Nel caso in cui i negoziati durino più di sei settimane il cessate il fuoco continuerà.
c) la terza fase prevede un piano di ricostruzione per Gaza con maggiori aiuti umanitari e il ritorno di tutti gli sfollati palestinesi nelle loro abitazioni. Anche gli ultimi ostaggi saranno rilasciati e potranno tornare dalle loro famiglie.
Le tre fasi dell’accordo: approfondimento
Prima fase
La prima fase durerà sei settimane e vedrà “un cessate il fuoco completo e totale” (parole di Biden).
“Un certo numero di ostaggi” detenuti da Hamas, tra cui donne, anziani e malati, saranno rilasciati in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi, ha affermato Biden che non ha specificato però quanti saranno liberati.
Il portavoce del governo israeliano David Mencer ha però reso noto che saranno scambiati 33 ostaggi, tra cui anche bambini.
Si ritiene che la maggior parte, ma non tutti, dei 33 ostaggi siano ancora vivi, ha affermato.
Tre ostaggi saranno rilasciati immediatamente, mentre il resto dello scambio avrà luogo nel corso delle sei settimane.
Durante questa fase, le truppe israeliane si ritireranno da tutte le aree popolate di Gaza, mentre i palestinesi potranno anche tornare nei loro quartieri in tutte le aree di Gaza.
Quasi tutti i 2,3 milioni di abitanti di Gaza hanno dovuto lasciare le proprie case a causa degli ordini di evacuazione israeliani, degli attacchi israeliani e dei combattimenti sul campo.
Ci sarebbe anche un’impennata nelle consegne di aiuti umanitari a Gaza, con centinaia di camion autorizzati ad entrare ogni giorno.
Il funzionario palestinese ha spiegato che i negoziati dettagliati per la seconda e la terza fase inizieranno il 16° giorno del cessate il fuoco.
Biden ha affermato che il cessate il fuoco durerà finché i negoziati continueranno.
Seconda fase
La seconda fase prevede la fine definitiva della guerra.
Gli ostaggi rimasti in vita, compresi gli uomini, saranno rilasciati in cambio di altri prigionieri palestinesi.
Dei 1.000 prigionieri palestinesi che Israele si ritiene abbia accettato di rilasciare, circa 190 stanno scontando condanne di 15 anni o più.
Un funzionario israeliano ha dichiarato alla BBC che i condannati per omicidio non saranno rilasciati nella Cisgiordania occupata.
E’ previsto anche un ritiro completo delle truppe israeliane da Gaza.
Terza fase
La terza e ultima fase riguarda la ricostruzione di Gaza, cosa che potrebbe richiedere anni, e la restituzione dei corpi degli ostaggi rimasti.
I retroscena dell’accordo tra Israele e Hamas
Due giorni prima dell’accordo un funzionario israeliano ha detto all’agenzia di stampa Reuters che i negoziati sono in “fasi avanzate”. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu il 12 gennaio e con lo sceicco Tamim bin Hamad Al-Thani del Qatar, che sta mediando i negoziati.
Un funzionario palestinese, secondo quanto riportava la BBC, ha rivelato che Hamas e i funzionari israeliani stavano conducendo colloqui indiretti nello stesso edificio. Pur non rivelando alcuni potenziali dettagli dell’accordo, il funzionario ha affermato che “le discussioni tecniche dettagliate hanno richiesto molto tempo”.
Entrambe le parti hanno concordato questo planning: Hamas rilascerà tre ostaggi il primo giorno dell’accordo, dopodiché Israele inizierà a ritirare le truppe dalle aree popolate. Sette giorni dopo, Hamas libererà altri quattro ostaggi e Israele consentirà agli sfollati nel sud di tornare al nord, ma solo a piedi tramite la strada costiera. Automobili, carri trainati da animali e camion sarebbero stati autorizzati ad attraversare un passaggio adiacente a Salah al-Din Road, monitorati da una macchina a raggi X gestita da un team di sicurezza tecnica qatariota-egiziano.
L’accordo include disposizioni per le forze israeliane di rimanere nel corridoio di Filadelfia, la linea di confine tra Egitto e Striscia di Gaza, e mantenere una zona cuscinetto di 800 metri lungo i confini orientali e settentrionali durante la prima fase, che durerà 42 giorni.
Israele ha anche accettato di rilasciare 1.000 prigionieri palestinesi, tra cui circa 190 che hanno scontato condanne di 15 anni o più. In cambio, Hamas rilascerà 34 ostaggi. I negoziati per la seconda e la terza fase dell’accordo inizieranno il 16° giorno del cessate il fuoco.
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